La vita degli orsi polari è sempre più difficile

Lo scorso mese di dicembre si era molto parlato del reportage fotografico di Paul Nicklen che mostrava un orso polare magrissimo che rovistava tra i rifiuti al margine di una cittadina canadese invece che andare su è giù per la banchisa a caccia di foche. Furono in molti, tra i quali il sottoscritto, ritennero il filmato una forzatura perché l’esemplare ripreso poteva essere stato un vecchio individuo oppure un giovane maschio che aveva appreso troppi segreti del vivere umano finendo per allontanarsi troppo dal sentiero istintuale. Un fenomeno tutt’altro che inusuale nella fauna cosiddetta sinantropica, come i nostri gabbiani o i parrocchetti verdi, che ormai si sono adattati a vivere nelle nostre giungle urbane.

D’altro canto è lecito chiedersi se l’orso del filmato mangiava pattume per gusto, oppure mangiava pattume perché era troppo denutrito per seguire le solite abitudini della caccia in mare aperto?

Science ha pubblicato una ricerca che rivela quanto gli orsi polari stiano assumendo un tenore di vita sempre più esigente. La ricerca è stata condotta nel mare di Beaufort, in Alaska, da Anthony Pagano dell’USGS (l’Agenzia geologica del Governo degli Stati Uniti). L’equipe di Pagano ha seguito nove femmine, dal 2014 al 2016, pesandole periodicamente ed equipaggiandole con localizzatore GPS, accelerometro e microcamera. È stato riscontrato un metabolismo accelerato di 1,6 volte rispetto alla norma tanto che, in media, ogni femmina perdeva l’1% del proprio peso ogni giorno. Esclusa ogni causa patogena, le orse avevano una dieta estremamente povera, rispetto al normale, di mammiferi marini (ricchi di grasso) e queste carenze era la causa di uno scompenso ormonale tale da accelerare fortemente il metabolismo.

In partica la ricerca mostra che gli orsi polari mangiano di più perché invece di stare seduti ad aspettare che una malcapitata foca esca a prendere aria dal foro nel ghiaccio che loro stessi praticano, devono percorrere lunghe distanze per trovare del cibo. Che significa, per un animale di 250 kg di peso (le femmine e 450 kg i maschi) almeno una foca adulta oppure una ventina di cuccioli ogni 15 giorni. Questa ricerca confuta anche la convinzione etologica secondo la quale gli orsi affamati rallentino il proprio metabolismo entrando in una sorta di catalessi con un metabolismo estremamente rallentato.

Tornando all’orso delle immagini diffuse in dicembre quindi, sì, ci sono buone probabilità che fosse affamato dalle mutate condizioni meteorologiche che, insieme all’eccessiva pressione sulla fauna ittica, stanno alterando i cicli naturali dei pinnipedi marini.

Quando una catena ecologica è rotta non resta che contare gli anelli perduti.

Linkografia

Polar Bear International

Polar Bear tracker, del WWF

Situazione attuale delle popolazioni di orsi polari

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