A Roma, intorno alle 17.30 di mercoledì 14 febbraio, si aperta una profonda voragine in una strada lungo il confine di un grande cantiere: sei auto che si trovavano parcheggiate lungo la strada sono precipitate nella voragine che è profonda una decina di metri. Al loro interno non c’era nessuno e non ci sono dunque stati feriti. Il crollo è avvenuto nel quartiere Balduina, in via Livio Andronico all’angolo di via Lattanzio, dove sono in corso dei lavori per la costruzione di nuovi appartamenti. Sul posto, subito dopo il cedimento, sono intervenuti i vigili del fuoco, la polizia e i vigili urbani, che hanno chiuso la zona al traffico anche per il rischio di ulteriori crolli.
Ma cosa un successo?
Per il momento quello che si può dire è che c’è stata una rottura di parte della paratia realizzata per sostenere la parete dello scavo del cantiere (tra il piano di lavoro e la strada c’è un salto di quota di circa 12 metri). Cedendo il terreno, non più sostenuto, è rifluito nello scavo facendo collassare parte del piano stradale e aprendo la buca che tutti hanno visto come effetto esterno del collasso.
I terreni della zona hanno qualità costruttive piuttosto scadenti (terreni sciolti di argille, sabbie e depositi ghiaiosi) e sono in area fortemente interessata da cavità (ovvero, cosiddetto rischio “sinkhole”).
I “sinkhole” sono niente altro che doline, ovvero delle sprofondamenti del terreno più o meno mascherati (ad esempio da lenti d’acqua). Lo studio di queste strutture geologiche è nato proprio in Italia, nelle aree del Carso (da cui il fenomeno del carsismo) dove le rocce carbonatiche – porose e spesso fratturate, quindi molto permeabili – tendono a essere consumate, letteralmente, dallo scorrere delle acque superficiali verso le zone più profonde del terreno. Ne consegue la nascita di strutture a imbuto spesso incipienti: il tetto della dolina latente può collassare all’improvviso. Il termini sinkhole indica quindi voragine o un avvallamento del terreno che si forma quando un vuoto nel sottosuolo crea una depressione che attira dentro di sé tutto il materiale circostante. Seppure sinkhole sia un termine sinonimo di dolina, nella letteratura nazionale ed internazionale si è diffuso da tempo l’utilizzo di numerosi termini per indicare i fenomeni di sprofondamento caratterizzati da diverse tipologie e meccanismi genetici di innesco (dolina, cammino di collasso, limesink, cenotes, loess karst, voragine, sprofondamento) generando una notevole confusione terminologica.
Vista del cantiere prima del crollo della strada, foto di Antonella Villani
Tornando all’incidente di Roma, la prima cosa che colpisce è l’altezza ridotta della paratia di sostegno rispetto al fronte dello scavo. A dire il vero colpisce anche la rottura del corpo della paratia: questo fatto potrebbe essere collegato al “boato” riferito dagli abitanti essersi verificato pochi istanti prima del cedimento. Una rottura legata al collasso del terreno (che appare saturo d’acqua, in giorni di piogge tutt’altro che eccessive) che si sarebbe svolto con un rifluimento estremamente rapido verso il fondo dello scavo andando l’altrettanto veloce aspirazione del terreno sommitale con una decompressione che, prima di causare l’apertura della voragine, ha provocato un vuoto con un successivo schiocco, letteralmente.
Per precauzione i due palazzi antistanti il cantiere sono stati evacuati e sono in corso le necessarie verifiche di stabilità: le persone coinvolte sono circa 60.
Dalla letteratura più recente è emerso che il processo genetico principale dei “sinkhole” è la risalita dei fluidi dal basso (Littlefield et al., 1984; Derbyshire & Mellors, 1988; Derbyshire et al., 1991; Billiard et al., 1992; 1993; ; Faccenna, 1993; Muxart et al., 1994; Ciotoli et al., 2000; Berti et al., 2002 a, b; Di FILIPPO et al., 2002, 1994), attraverso reticoli di fratture che mettono in comunicazione un substrato carsificato con i sedimenti superficiali. I meccanismi di erosione dal basso potrebbero essere assimilati a processi di suffosione profonda, dell’acqua nel terreno (con dimensioni granulometriche dalle argille alle ghiaie) che si realizza quando questo è permeabile e quando l’acqua, abbondante e con pressione elevata, riesce a trovare vie di scorrimento in cui passare con velocità abbastanza sostenuta. Il passaggio dell’acqua provoca l’erosione di materiale e la formazione di canalicoli a sviluppo sub-orizzontale e di condotti tubolari lungo le linee idrauliche di flusso. Quest’ultimo fenomeno, in riferimento a fenomeni superficiali, viene indicato nella letteratura anglosassone con il termine “piping“.
Di cavità urbane, recentemente se ne sono originate tantissime: senza dubbio la più famosa resta quella di Città del Guatemala, del 2010, originata dalla rottura di un collettore fognario di grande diametro. Nel 2016, invece, un grande sprofondamento aveva interessato la città di Fukuoka, in corrispondenza di un cantiere della metropolitana. Fu presa ad esempio come ennesima prova della rapidità giapponese nel riparare a certi inconvenienti: in verità, tutto il mondo è Paese e non sempre la fretta è una buona consigliera.
Linkopedia
Carta geologica storica del prof. Ventriglia, della Provincia di Roma
GIS, Carta geologica della città di Roma
Ispra, pagina di riferimento “sinkhole”
Piano di Assetto Idrogeologico della città di Roma