Anche i serpenti nel loro piccolo ragionano

In questi giorni, tra giornali e social, si trova un video di un serpente equilibrista.

L’esemplare ripreso nel filmato è un serpente tigre, della famiglia Elapidae, endemico dell’Australia. Dal punto di vista tassonomico è l’unica specie del genere Notechis.

Non è molto aggressivo e si è adattato a vivere a contatto con l’uomo (anche in città), pertanto non tende ad attaccare se non è realmente minacciato. Quando si sente in pericolo solleva la testa in una tipica posizione preliminare d’attacco e sibila. Il serpente tigre usa il veleno per uccidere la preda, ma lo fa con parsimonia – il veleno richiede un grande dispendio energetico per essere prodotto – preferendo spesso la costrizione. Notechis scutatus è infatti uno dei serpenti più velenosi al mondo. La sostanza prodotta dalle ghiandole poste nella mascella, alla base di possenti canini iniettori, è neurotossica, fortemente coagulante e citotossica. I sintomi possono essere dolore acuto e gonfiore: progressivamente le fibre muscolari subiscono una paralisi e l’azione coagulante induce un altissimo rischio di trombosi. Man mano che il veleno entra in circolo anche i muscoli respiratori possono paralizzarsi provocando asfissia. Per l’essere umano il rischio di mortalità in caso di mancanza di cure è prossimo al 50%. La cura consiste nell’iniezioni di un siero specifico per il tigre; usando invece il siero polivalente per gli elapidi sono necessarie grandi quantità con un tempo maggiore per la completa disattivazione delle neurotossine.

Una sostanza tanto potente richiede tempo e risorse per essere prodotta: d’altro canto il serpente tigre, nelle sue strategie di adattamento comportamentale, ha ponderato guadagni e rischi del vivere accanto all’uomo, adottando la strategia dell’usare il farsi vedere per evitare il confronto diretto.

“La Stampa” riporta che Matt Dunbabin, proprietario del Bangor Vineyard Shed di Dunalley – una delle più grandi aziente agrituristiche della Tasmania -, che ha girato questo video ha detto che comportamenti di questo tipo non ne aveva mai visti: probabilmente si tratta di un esemplare curioso che segue una traccia particolare.

In realtà comportamenti “anomali” sono piuttosto frequenti nelle specie animali che vivono a stretto contatto con l’uomo (sinantropiche). Comportamenti adattivi singolari affatto in contraddizione con l’etologia moderna: per avere un miglior controllo delle possibili prede il serpente tigre tende a muoversi in alto rispetto al circondario. Quando non c’è vegetazione idonea, ha imparato che anche le strutture costruite dagli umani possono essere molto utili allo scopo. Verrebbe da dire che così facendo potrebbe esporsi a predatori dall’alto, ma un esemplare maschio di circa un metro e mezzo, come quello della foto non predatori naturali che possano sorprenderlo dall’alto. L’Australia, anche per l’isolamento dal resto dei continenti, ha una fauna estremamente particolare e questo non fa eccezione con i serpenti: 21 delle 25 specie al mondo con veleno più pericoloso sono abitano nell’isola-continente e nella vicina Tasmania.

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