La storia di Ken

Ancora sotto i postumi della sbornia elettorale, ci siamo persi una storia, terribile che ha avuto il suo epilogo proprio in questi giorni. Per guadagnare consenso elettorale, i politici ed i mietitori di consenso non hanno esitato a liberare i demoni del razzismo e della xenofobia. Mettere il bianco contro il nero, il nativo contro lo straniero: pensavo che in un Paese di emigranti, il Paese che oggi ha mandato 5 milioni di persone in giro per il mondo queste paure sarebbero state velocemente scacciate.

Una pia illusione: non si tratta affatto di un temporale passeggero.

Ndeye Rokhaya Mbendue, chiamata Ken, arriva in Italia nei primi anni Duemila dal Senegal. È bella e sogna di fare la ballerina nello spettacolo o magari aprire una scuola di ballo. La vita in Italia non è facile ma Ken riesce ad integrarsi: ha un lavoro e riesce a permettersi una stanza in un quartiere periferico di Firenze. Qui conosce Samb Modou, concittadino, che fa il venditore ambulante.

Si sposano nel 2009.

Il 13 dicembre 2011 Gianluca Casseri, operaio fiorentino, decide che è il momento di fare qualcosa contro l’invasione dei neri. Impugna una 357 Magnum e piomba al Mercato di San Lorenzo: in piazza Dalmazia, quella con gli ambulanti, uccide Diop Mor e Samb Modou. Non pago, rientra al Mercato e cerca altri stranieri. Fa fuoco contro altre persone facendo tre feriti, tra cui Moustapha Dieng, che rimarrà tetraplegico. Braccato dalla polizia si suicida nel parcheggio del Mercato.

Il 15 dicembre 2017 è il prefetto della città di Firenze, Alessio Giuffrida a dare la cittadinanza onoraria a Ken, vedova di Samb Modou. Resa vedova dal folle gesto di un italiano accecato dall’odio per lo straniero. I giornali racconteranno di un Casseri frequentatore dei circoli di CasaPound. Amante dei racconti di Tolkien: un intellettuale per alcuni, un “disturbato” per altri.

Gli ultimi 6 anni non sono stati facili per Ken: dalla morte di Samb il mondo le è crollato addosso. La città che l’aveva accolta sembra cambiare volto, si fa distante, diffidente. Perdere il proprio marito ti fa sentire debole e indifesa ma Ken riesce a non perdere la testa.

Resta in Italia, in quella che è la sua città. Con il tempo si avvicina a Idy Diene, anche lui senegalese che vive a Pisa. Idy è cugino di Samb, ha un regolare permesso di soggiorno – non è un “irregolare” come diranno poi alcuni giornali. Negli ultimi mesi i due iniziano una convivenza: Ken pensa a ricostruire una famiglia anche per la sua bimba, figlia di Samb.

Idy Diene, viene ucciso il 5 marzo 2018 sul ponte Vespucci, a Firenze. Quella mattina Roberto Pirrone, 65 anni, era uscito di casa con la sua Beretta. Racconterà di aver deciso di suicidarsi, un tentativo per guadagnare qualche attenuante alle sue accuse perché chi vuole veramente farsi del male gli altri non esistono. Dirà di essere “uscito di casa per ammazzarmi, poi non ho avuto il coraggio. Il primo che mi è passato davanti, gli ho sparato”.

Nella commemorazione del 13 dicembre 2017, il Sindaco Nardella aveva ammonito la città: “Può succedere ancora”.

 

Ken è di nuovo sola.

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