Metropolitane d’Italia

Nel campo della mobilità e del trasporto, la comunicazione è qualcosa di fondamentale: tutto ciò che non è rappresentato in maniera adeguata non è accessibile.
E tutto ciò che non è accessibile semplicemente non esiste. Le infrastrutture di trasporto e in particolare treni, tram e metropolitane, rappresentano un segno forte sul territorio:  con la loro presenza disegnano l’immagine di una città e ne guidano lo sviluppo.

Rappresentare le linee di trasporto significa quindi rappresentare una città.

Kevin Lynch parlava di imageability: la capacità di una pianta urbana di rimanere impressa nella mente e nella memoria.

I segni e i punti della città che sono memorizzati chiaramente da tutti, appartengono ad una immagine condivisa e dunque rappresentano l’immagine collettiva della città. La mappa della Tube di Londra, di Harry Charles Beck (1933) così il progetto di immagine grafica della metropolitana milanese di Bob Noorda (1960) o la celebre e controversa New York City Subway map  di Massimo Vignelli (1972) rappresentano delle pietre miliari nella presa di coscienza dell’importanza della comunicazione del trasporto di una città.

Quando nel 1931 Beck presenta il suo primo progetto grafico per la rappresentazione della rete metropolitana londinese, a struttura della rete di trasporti perde per la prima volta legame morfologico con la città reale. Nella nuova geografia urbana del cosiddetto city user il territorio è composto di tanti isole di spazio noto, legate, anche senza corrispondenza con la reciproca posizione reale, da frammenti istantanei di spostamento fuori dal tempo. Si tratta di una percezione guidata da un moto esatto e sempre costante, ma capace di rappresentare seppure frammentata una realtà altrimenti ignorata nella sua interezza. In questa ottica una adeguata progettazione dell’esperienza percettiva può rendere il viaggio nuovamente esperienza cognitiva,
intensa e piacevole. Alcuni orientamenti progettuali odierni tendono ad assimilare i mezzi di trasporto a gusci protetti ed isolati, trasferendo spostamento in
superficie e sotterraneo in una unica dimensione avulsa dallo spazio e dal tempo.

Quasi come se il viaggio fosse un male necessario da dimenticare.

Rendere estetico, invece, il moto, ovvero fare dello spostamento quotidiano una esperienza sensibile di attraversamento di una realtà sempre nuova induce ad una sorta di intimità tra osservatore e paesaggio urbano, ad un rapporto quotidiano che nutre un senso di appartenenza invece che ad un alienante distacco.

Riscoperto nella diversa dimensione del viaggio possibile nel mezzo di trasporto pubblico, il percorso si fa elemento di unione tra cittadino e territorio. In termini strategici tale dinamica assume, oltre al valore sociologico, anche il ruolo di forte leva competitiva esclusiva del trasporto pubblico, che assume un ruolo strutturante nella quotidianità della città diffusa.

La mappa del trasporto pubblico – e in particolare di quello su ferro – diventa così un elemento centrale nella moderna disciplina della pianificazione dei sistemi di orientamento spaziale. Il wayfinding, termine che identifica i modi e i metodi attraverso i quali le persone si orientano all’interno di uno spazio fisico allo scopo di spostarsi da un luogo a un altro, in relazione ai meccanismi di percezione sensoriale dell’ambiente e alle sue condizioni qualitative.

Questo libro nasce dall’esperienza divulgativa svolta dal 2007 con le mappe schematiche del trasporto su ferro dedicate alle città italiane e pubblicate su Metroitaliane.it. Dai primi esperimenti di allora alle pocketmap pubblicate per la prima volta nel 2015 su Cityrailways.com grazie al confronto continuo permesso dal web, ho avuto modo di indagare a fondo le esigenze e le aspettative di tutti quelli che – per passione o per necessità – utilizzano una mappa per muoversi in città.

Si tratta della prima raccolta completa di tutte le reti di trasporto su ferro – metropolitane, ferrovie e tramvie – delle città italiane: una guida dettagliata attraverso 40 città, dalle grandi aree metropolitane ai capoluoghi di provincia e tutti i sistemi ferroviari regionali.

Numeri e schemi per conoscere una ricchezza troppo spesso trascurata e non valorizzata. La funzione che prima di tutto mette l’uomo nella capacità di produrre è la mobilità: andare a lavoro, incontrare persone, trasportare beni e materie. Tutto è mobilità: l’80% delle attività svolte quotidianamente implica la necessità di spostarsi dal luogo di residenza.

In un sistema urbano il primo processo produttivo è la mobilità: questo significa che la sostenibilità di un territorio deve per forza di cose essere prima di tutto una sostenibilità degli spostamenti. Muoversi implica delle scelte (auto privata, mezzo pubblico e quale tipo di mezzo) per questo un indicatore della sostenibilità deve descrivere le conseguenze di queste scelte.

La realizzazione delle reti di trasporto richiede ingenti risorse e grandi sforzi collettivi: conoscerle significa utilizzarle di più e meglio. Una semplice mappa può dare a tutti la possibilità di una esperienza cognitiva diversa del proprio territorio evidenziandone gli elementi positivi ma anche le criticità da risolvere con la pianificazione e la progettazione di altre infrastrutture.

Perché un Paese consapevole di sé è un Paese più forte.

Il libro “Metropolitane d’Italia” è distribuito nello shop di Ferrovie.it.

 

 

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