Nonostante un progressivo indebolimento, il ciclone Mekunu si è abbattuto con furia sul versante meridionale della penisola Arabica. Dopo aver sferzato l’isola di Socotra, il ciclone ha duramente colpito Oman meridionale e Yemen, paese già provato da una lunga guerra, con forza di categoria 3 nella scala Saffir Simpson (raffiche comprese tra 170 e 208 km/h).
Venti fino a 180 km/h e piogge torrenziali hanno causato tre morti e quaranta dispersi. Diverse zone di Salalah (357.900 ab.), seconda città dell’Oman, sono rimaste prive di energia elettrica non appena il ciclone ha toccato terra.
A Salah sono stati quasi 300 i millimetri di pioggia caduti (1 mm di pioggia significa 1 litro caduto su un 1 metro quadro di superficie in campo aperto), mentre in altre città si segnalano accumuli compresi tra 150 e 200 mm. Si tratta di quantitativi di pioggia che normalmente si registrano nell’arco di ben due anni.
Sebbene si tratti di zone che vengono interessate normalmente da una tempesta tropicale l’anno, un ciclone di tale portata è decisamente insolito per la Penisola Arabica. Bisogna infatti tornare al maggio del 1977 per trovarne uno di pari intensità. Era infatti il 13 giugno 1977 quando un potente ciclone colpì la città di Masirah, accompagnato da raffiche a 203 km/h e causando accumuli di 482 mm: in quell’occasione le vittime furono 105.
Qui delle immagini satellitari di Mekenu, al momento dell’impatto (landfall) su Socotra.