Il Day-Zero, per Città del Capo, è il giorno in cui tutti i 6 bacini idrici della città finiranno completamente a secco.
Ne avevo parlato in questo post, nel mese di maggio: era fissato per il 10 giugno, ma l’amministrazione è riuscita a evitarlo mantenendo controlli serrati sul rispetto dei limiti imposti: il consumo attuale è di 87 litri procapite al giorno ma l’obiettivo per settembre, quando inizierà la bella stagione australe, è di 50 litri procapite al giorno. Per un raffronto, il consumo medio italiano si attesta sui 240 litri dei quali 170 per uso domestico.
Il Sindaco di Città del Capo ha fatto ricorso anche alla pubblica gogna, con pubblicazione dei trasgressori in elenchi diffusi sul portale istituzionale.
In Sudafrica l’inverno australe sta portando temperature fresche e piogge moderate che, seppure non intense hanno comunque dato un contributo ad evitare il collasso idrico. Per contenere i consumi entro il limite di salvaguardia dei 450 milioni di litri al giorno (ora siamo a 529) la prossima misura sarà raddoppiare il costo dell’acqua da 26 a 40 rand per metro cubo (da 1,5 a 2,4 euro).
Al momento il day-zero è fissato al gennaio 2019, ma l’amministrazione deve fare i conti con l’aumento dei consumi registrato nel mese di maggio (+27%) proprio in consegunza del maggiore rilassamento della popolazione alla notizia del miglioramento della situazione.
Naturalmente, la domanda che tutti si fanno è sempre la stessa: finquando si potrà continuare a evitare che 4,3 milioni di persone si ritrovino senz’acqua?
La lezione di Città del Capo è tutt’altro che isolata: le immagini satellitari mostrano sempre più spesso grandi bacini inariditi alle spalle di grandi metropoli.
Il prossimo “Day-zero” potrebbe verificarsi in Marocco, India, Pakistan, Iran, Stati Uniti (Arizona, Texas e California).
Oppure, in Europa, in Spagna, Portogallo, Italia o Grecia.